I LUOGHI

La Costa degli Etruschi, un profilo di terra dove la luce è diversa e c’è sempre qualcosa di nuovo e stupefacente da osservare. Sapaio abita qui e qui ha trovato il proprio equilibrio. Una visione intima in una terra ruvida e selvaggia.

Fra i Comuni di Castagneto Carducci e Bibbona, uno scenario modellato da dune e macchia mediterranea, a ritmo lento. Folte le pinete che dal mare si fondono con viali di cipressi, campi coltivati e filari di viti. Intimi gli antichi borghi custoditi, gioiose le voci di chi li anima.

Le Vigne

Sapaio si estende in 40 ettari di terra, 27 sono vitati.

Di questi ultimi, 18 ettari si trovano a Bolgheri, i restanti 9 a Bibbona dove l’altitudine è leggermente superiore e regala un microclima più ventilato. Vigneti con una produzione vocata esclusivamente ai vitigni di Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot.

Il Terroir
Nella profondità dei terreni si mescolano sabbia e argilla, fra calcari di origine marina e ciottoli tondi depositati da antichi corsi d’acqua. È nella straordinaria varietà dei suoli, se ne contano 27, che sono racchiuse le caratteristiche determinanti per la complessità dei vini. 

Il Mare

Lungo il Tirreno, la luce diffusa rimbalza sul mare e si sposta fra le viti; riflette, mitiga le temperature. È la brezza marina a raccontare il terroir di quella che in principio era una palude, oggi l’Anfiteatro Bolgherese.

Bolgheri e Castagneto Carducci

Immersi nel silenzio e nella storia. Intorno le colline, le vigne e gli uliveti. C’è una sorta di armonia poetica che unisce i due principali borghi medievali della Costa degli Etruschi, Bolgheri e Castagneto Carducci.

Il primo, prezioso e immortale. Sin da quei versi del Carducci del 1873 che ci conducono dove la vecchia Aurelia e la strada bolgherese s’incontrano, per poi proseguire lungo il Viale dei Cipressi. Al suo ingresso, un arco dalla torre merlata apre le porte, custode di un’atmosfera rilassata e sospesa.

Armonico e lirico il secondo, si arrocca sul colle e guarda il mare. Castagneto, che solo dal 1907 diventa Carducci in omaggio al poeta e alle sue liriche, ha il sapore della lentezza. E ci si ferma ad ammirare tutt’intorno.

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