Affondi. Emersioni in profondità.

Affondi. Emersioni in profondità.

Dopo gli abbinamenti vino e arte, vino e musica, vino e cinema, è il momento di “vino e libri”. “Affondi, Emersioni in profondità”, il nuovo progetto editoriale firmato Massimo Piccin, patron di Podere Sapaio, è la metafora di un pensiero in continuo divenire.

 

Il vino è da sempre una grande fonte di ispirazione per il mondo delle arti, un connubio imprescindibile. A loro volta, anche le arti hanno il potere innato di influenzare il mondo del vino e anche i suoi attori. Questo è proprio il caso di Massimo Piccin, viticoltore dall’animo eclettico e curioso, che di anno in anno allarga le sue collaborazioni, seguendo spesso sentieri poco conosciuti.

Nel tempo i suoi vini hanno dialogato con il mondo della video-arte, della pittura, della street art, della musica e altro ancora. Ma è la fotografia in particolare, per la sua istantaneità e immediatezza di rappresentazione, che lo ha da sempre affascinato e per questo, ha spesso voluto che fosse proprio l’immagine fotografica a interpretare le sue esperienze e diventarne testimonianza.

 

Massimo Piccin | Podere Sapaio |Ph.Alan Chies

 

Una ricerca personale, senza confini, che lo ha condotto a esplorare territori apparentemente distanti da quello del vino, ma in qualche modo affini a quella che è la sua filosofia di vita e di produzione.

Per la prima volta, con il progetto “Affondi. Emersioni in profondità” questa ricerca si materializza in qualcosa di ancor più tangibile: l’immagine fotografica qui diventa un libro.

 

Libro Affondi

Il Libro Affondi. Emersioni in profondità e “Le Secche” l’ansonica prodotta all’Isola del Giglio. E cosa c’è di più bello, in un’epoca storica come la nostra in cui il mondo del web la fa da padrone, proponendoci forme e contenuti sin troppo fluidi e della durata di un click, che creare qualcosa di ancora tangibile e “resistente” al trascorrere del tempo come solo un libro può essere?

Ma come nasce questo progetto? Cosa rappresenta e a che nuovi significati vuole condurre?
Proverò a raccontarvelo partendo dall’inizio.
Prendete un vignaiolo visionario, un fotografo fuori dagli schemi e un’appassionata di linguaggi visivi, portateli a pranzo in una trattoria in cui si respirano autenticità e tradizione, fateli trascorrere qualche ora insieme, magari davanti a qualche buon bicchiere di vino. Il risultato potrebbe essere inaspettato.

L’anno era appena iniziato, parliamo del 2022, e la voglia di buttarsi in nuove esperienze di ricerca creativa cresceva ogni giorno in Massimo Piccin, l’eclettico proprietario dell’azienda vinicola Podere Sapaio in quel di Bolgheri, sempre pronto a mettersi in gioco. Così, durante un’invernale domenica di sole, decide di scambiare quattro chiacchiere con il fotografo Alan Chies e alla sottoscritta, che ha fatto dei linguaggi visivi la sua passione, oltre che professione. Un buon rosso, qualche cicchetto e subito le riflessioni hanno iniziato diventare stimoli, per piano piano concretizzarsi. Alla fine della giornata, la decisione venne presa:

“Realizziamo un libro fotografico che sia metafora di un nuovo pensiero, di una nuova visione del rapporto uomo-natura e delle loro connessioni, attraverso immagini che diventano segni e poi simboli, che interpretino nuovi pensieri, azioni e relazioni.”

A introdurre Massimo Piccin a questi argomenti, è stato inizialmente un libro letto anni prima della scrittrice Laura Pugno, anzi l’incontro con la scrittrice stessa durante la presentazione del suo libro In territorio selvaggio, alla Rimessa Roscioli di Roma, in cui si faceva riferimento a Gilles Clement, agronomo, biologo, scrittore e paesaggista “illuminato”, autore del “Manifesto del Terzo Paesaggio” (Quodlibet 2004). Un testo da molti definito “rivoluzionario”, in quanto già all’epoca della sua pubblicazione nel 2004, ha introdotto un modo nuovo e diverso di guardare l’ambiente, ridefinendo gli ambiti della biodiversità, l’estetica del paesaggio e i modi di progettarlo. Clement nel suo lavoro si focalizza sulla natura che si riprende i propri spazi e sul “concetto di “friche” ovvero di “incolto” non come luogo naturale da proteggere, ma con cui convivere. Un luogo segnato dall’imperfezione originaria, dove le evoluzioni sono rapide, gli incontri tra le diverse specie sono diversi, gli squilibri ricorrenti, l’indecisione sovrana.

In quella famosa domenica in trattoria, Massimo, Alan e io, abbiamo iniziato a ragionare su concetti come “adattamento”, “connessione”, “resistenza”, su sistemi di vita alternativi e rapporti immersivi con la natura. Le riflessioni man mano si facevano più profonde, i percorsi dinamici: stavamo uscendo dal paradigma, dai confini “imposti” per arrivare a nuove vie di evoluzione.

Volevamo rappresentare una nuova visione dell’ecologia, non solo come pratica sostenibile, ma come vero e proprio rapporto di sinergia con l’ambiente non antropocentrico, quindi paritario e di ascolto, in cui l’uomo, nel suo ciclo di vita, deve comportarsi come l’ambiente e ridare a esso la stessa energia che ha preso in prestito.

 

Da “Affondi. Emersioni in profondità | Ph. Alan Chies

 

Si è discusso su concetti come piante autoctone e non autoctone, sulla flora indigena e sulle piante vagabonde, focalizzando il pensiero proprio su quest’ultime, tanto temute dai puristi del territorio, conosciute anche come piante “aliene” perché venute d’altrove, in grado di redistribuirsi in base alle loro capacità e alla loro forza, per conservare così la biodiversità.

Questa “Agitazione planetaria” risultato del movimento incessante di venti, delle correnti marittime, degli spostamenti attorno al pianeta ci aveva letteralmente conquistati, eravamo pronti a scattare.

Gli scatti sono stati principalmente realizzati fra le zone di Bolgheri/Castagneto Carducci (LI) e l’Isola del Giglio, luoghi in cui Massimo con Podere Sapaio coltiva i propri vigneti. In terra ferma, i due rossi bordolesi Sapaio e Volpolo e, sull’Isola, l’ansonaco Le Secche del Paradiso dei Conigli. Si è scelto un momento dell’anno ancora dormiente per la maggior parte delle piante – era marzo, finiva l’inverno e si andava incontro alla primavera – ma con qualche accenno di rinascita, in quanto sono stati inseriti alcuni scatti realizzati a inizio maggio, con le prime fioriture delle piante selvatiche al Giglio.

 

Da “Affondi. Emersioni in profondità | Ph. Alan Chies

Una lettura intima, selvaggia, a volte cruda, quella del fotografo Alan Chies, classe 1977 nato a Cuneo, ma milanese d’adozione, che senza seguire un apparente forma di montaggio prestabilito, proprio come i sentieri inesplorati delle piante vagabonde, coglie il momento topico del cambiamento nel suo divenire.

Le immagini rappresentano perlopiù l’identità selvaggia e non antropizzata, che sia la terra di Bolgheri e del Giglio non hanno mai perso. L’ambiente, modellato giorno dopo giorno dagli eventi atmosferici e dal comportamento degli animali, lasciati liberi di vivere e di sopravvivere. Spazi non sottomessi a regole da seguire.

E poi corpi (o meglio corpo, perché è lo stesso Massimo a diventare soggetto e co-protagonista del libro stesso) che si connettono all’ambiente attraverso l’osservazione, l’ascolto, l’introspezione, per diventare a loro volta sistemi di senso in grado di produrre significati e cambiamenti.

Il progetto Affondi, Emersioni in profondità, è diventato così una ricerca del “non visto” e una riflessione sull’Essere umano e non umano, che nell’apparente calma ridisegna il paesaggio, agendo nell’incertezza.

A completamento del ricco progetto fotografico realizzato, vi sono stati infine alcuni preziosi contributi testuali. In primis un testo introduttivo realizzato dalla stessa Laura Pugno, autrice del libro “In Territorio Selvaggio” da cui tutto è nato, che ha saputo cogliere perfettamente il senso della ricerca, ampliandola di nuovo a significati “altri”, che escono dal paradigma.

Poetessa, saggista e scrittrice, Laura Pugno, che di recente ha pubblicato la fiaba contemporanea Melusina, illustrata da Elisa Seitzinger (Hacca), con i suoi romanzi per molti anni, ha ruotato intorno ai temi del selvaggio nelle sue manifestazioni, interrogandosi anche sul concetto di “corpo come luogo del selvaggio”. Fra i suoi romanzi possiamo citare anche La ragazza selvaggia, La metà di bosco e Sirene.

Una riflessione molto personale poi è quella che si ritrova nel contributo della sociologa Alice Dal Gobbo (Università di Trento), legata profondamente ai luoghi rappresentati e che ha focalizzato particolarmente la sua attività di ricerca accademica sulle pratiche ecologiche. Infine una breve analisi semiotica delle immagini, realizzata da me, semiologa e appassionata dei linguaggi del visivo, con il contributo del sociologo e semiologo Federico Montanari (Università di Modena e Reggio Emilia).

Dopo un anno di ricerca, a febbraio 2023 il libro è andato in stampa. Un numero limitato di copie e una grande cura nell’editing e nella scelta dei materiali, lo rendono quasi un oggetto “artigianale” su cui meditare e da accudire nel tempo. Proprio come il Sapaio prodotto da Massimo Piccin, un vino in cui l’eccellenza è racchiusa nella profonda e costante attenzione e soprattutto nel valore del tempo.

Affondi. Emersioni in profondità è un’idea di Massimo Piccin. Fotografie di Alan Chies. Contributi testuali di: Laura Pugno, Chiara Zoppas, Alice Dal Gobbo, Massimo Piccin. Grafica ed Editing: Federico Barbon. Stampa: Grafiche Veneziane

Chiara Zoppas | Semiologa, Consulente di Comunicazione
Articolo di Chiara Zoppas tratto dalla Rivista OINOS-Vivere Di Vino-n.37 | pag.28

A questo link l’articolo in formato Pdf scaricabile:

Il progetto “Affondi. Emersioni in profondità” è stato presentato il 29 marzo scorso nella magica cornice di Palazzo Strozzi dal filosofo, autore ed enologo Gaetano Saccoccio (Rimessa Roscioli |Roma).

A questo link i momenti principali della serata e alcuni interventi di coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione:

Presentazione di “Affondi. Emersioni in profondità” | Palazzo Strozzi | 29 marzo 2023

 

Presentazione “Affondi. Emersioni in profondità” a Palazzo Strozzi Gaetano Saccoccio | Laura Pugno | Alan Chies | Massimo Piccin

Massimo Piccin | Chiara Zoppas con Riccardo Lami ed Egle Castellana di Palazzo Strozzi

Alan Chies | Massimo Piccin

Alan Chies | Chiara Zoppas| Gaetano Saccoccio

Chiara Zoppas | Massimo Piccin | Gaetano Saccoccio | Alice Dal Gobbo | Alan Chies

Se siete curiosi di scoprire “Affondi. Emersioni in profondità” inviate una e-mail a chiara@sapaio.it

Share with

Start typing and press Enter to search