Podere Sapaio, il Bolgheri superiore passa a Toscana Igt

Podere Sapaio, il Bolgheri superiore passa a Toscana Igt

In questo articolo per Il Tirreno, Divina Vitale racconta del recente passaggio di Podere Sapaio da Bolgheri Superiore a Toscana Igt e del motivo che ha portato a questa scelta.

Podere Sapaio, il Bolgheri superiore passa a Toscana Igt

28 aprile 2018

BOLGHERI . Uno dei vini simbolo della Bolgheri doc passa a Toscana Igt. Si tratta di Podere Sapaio il Bolgheri superiore prodotto da Massimo Piccin, l’ingegnere di Vittorio Veneto che nel 1999 decise di investire in un sogno nella terra vocata ai bordolesi. La prima annata Igt sarà la 2015.

Il motivo? Le uve che compongono il vino non provengono da Bolgheri ma dalla vicina Bibbona. La vigna di Bibbona è stata piantata nel 2003, 9 ettari in un tratto collinare che guarda il mare. Le varietà sono le stesse che compongono il Volpolo, che resta a questo punto, l’unico vino rappresentante a pieno titolo della Bolgheri Doc (circa 80.000 delle 100.000 totali, con Podere Sapaio che ne conta circa 30.000), Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc , Merlot e Petit Verdot. Gli ettari complessivi della proprietà sono 25 e nel 2015 si è aggiunta anche la nuova cantina nella zona industriale di Donoratico, 1.800 metri quadrati che consentirebbe una produzione ben più ampia.

«Fin dagli inizi ogni mia scelta è stata ispirata dalla volontà di ricercare la qualità assoluta – afferma Massimo Piccin, titolare dell’azienda – e oggi continuo su questa direttrice cambiando denominazione al Sapaio per poter usare le uve provenienti dal vigneto di Bibbona, che ci sta regalando una qualità eccellente». Che aggiunge: «L’obiettivo è uno solo: non scendere a compromessi, ma fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per elevare ancora di più il Sapaio». Una decisione, quella di contemplare nel blend del Sapaio la produzione di Bibbona, condivisa dall’enologo Carlo Ferrini, che spiega: «Questa scelta è per noi importante e coerente con la filosofia di Podere Sapaio. È stata perseguita per uscire dall’anonimato, per far emergere l’azienda e in un certo senso scoprirsi». Che conclude: «Una decisione che nasce dal desiderio di avere un disegno tutto nostro, senza essere legati a un disciplinare, per poter lavorare con maggiore libertà». Rimangono invariati gli uvaggi (cabernet sauvignon, cabernet franc e petit verdot) e la vinificazione, 18 mesi in barriques francesi e circa 12 mesi in bottiglia.

Divina Vitale

 

 

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